Piedi, auto, biciclette, motociclette, scooter, monopattini, pattini, roller. E poi, autobus, filobus, tram e metrotram, metropolitana, treno, people mover, vaporetto, funicolare…
Sono i mezzi che contribuiscono alla mobilità urbana.

La mobilità urbana è la facilità con cui le persone possono raggiungere destinazioni in aree urbane grazie alle reti di trasporto e ai servizi disponibili. Molti fattori influenzano i modelli di mobilità urbana: la demografia, l’uso del suolo, la governance, la disponibilità di trasporti pubblici, l’uso dell’auto e l’economia locale.

Circa 4,4 miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale, vivono oggi nelle aree urbane. Le città sono più dense che mai, e l’urbanizzazione continua ad aumentare. Entro il 2050, il 58% della popolazione mondiale vivrà nelle città e entro 2100 sarà l’85%.

Come siamo messi in Italia?

Mentre nelle città europee è sempre più facile e veloce spostarsi sui binari di metro e tranvie, in Italia lo sviluppo del trasporto urbano è lento e inadeguato. Le città italiane continuano a mostrare sempre le stesse problematiche: invivibilità e insalubrità. 
Le nostre città sono sotto scacco di traffico e smog.  La nostra penisola si conferma la nazione più legata all’utilizzo dell’auto, 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna, una situazione che incide pesantemente anche sulla salute, con  50.000 morti premature all’anno dovute all’inquinamento atmosferico.

Il ritardo infrastrutturale italiano rispetto agli altri grandi Paesi europei è ampio. A mancare non sono le autostrade ma reti di trasporto pubblico veloci e capillari.
In Italia la lunghezza totale delle linee di metropolitane si ferma a poco meno di 256 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Il totale di km delle nostre metropolitane  è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2). Riguardo le tranvie, in Italia ci sono 397,4 km di tranvie assai lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania. Analoga situazione per le ferrovie suburbane, quelle prese ogni giorno da tanti pendolari, dove l’Italia è dotata di una rete totale di 740,6 km mentre sono 2.041,3 quelli della Germania, 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 in Spagna.

Tra le città, Roma è tra le peggiori in Europa in termini di dotazione di binari di metro. Parliamo di 1,43 km ogni 100mila abitanti, ben lontani da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28).

Sul fronte investimenti su ferro, l’Italia ha fatto ben poco preferendo quello su gomma. Nel 2023 non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie, mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano.
La condizione minima per avviare il  recupero di questo ritardo impone uno sforzo economico fino al 2050: aggiungendo nuove risorse, 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane, recuperando i fondi dalle tante infrastrutture autostradali e stradali previste, rifinanziando i fondi per il trasporto rapido di massa e la ciclabilità.

Quali sono le principali sfide della mobilità urbana?

*Aumento della popolazione urbana

Già nel 2007, il numero di persone che vivevano nelle aree urbane ha superato il numero di residenti nelle comunità rurali. Oltre 4 miliardi di persone, metà della popolazione mondiale, vivono nelle aree metropolitane e man mano che queste città si trasformano in megalopoli che ospitano oltre 10 milioni di residenti, i problemi diventano più difficili da gestire. 
Più alta è la popolazione, più significativa è la complessità e la tensione sull’infrastruttura di trasporto esistente. Senza cambiamenti di impatto, l’aumento della popolazione rappresenta una minaccia incombente per la mobilità urbana.
 

*Cambiamento climatico e decarbonizzazione della mobilità

Sempre più paesi e città mirano a ridurre le proprie emissioni di carbonio per affrontare il cambiamento climatico. Alcune città hanno introdotto aree a basse emissioni di carbonio. Stanno emergendo anche soluzioni di mobilità a basse emissioni di carbonio come scooter elettrici, autobus elettrici e programmi di bike sharing.
 

*Domanda di mobilità accessibile

L’accessibilità e la qualità della vita stanno diventando più importanti che mai per popolazioni urbane. Diventa necessario trovare soluzioni che siano sostenibili dal punto di vista ambientale e siano economicamente sostenibili.
 

*Inquinamento atmosferico

I problemi sorgono quando non si riesce a offrire le alternative efficienti necessarie per accogliere l’uso personale dei veicoli. Maggiore è il numero di auto sulla strada, maggiore è la congestione che si verifica, causando gravi interruzioni e ritardi nella vita dei residenti.
In alcune città degli Stati Uniti, i pendolari spendono in media 199 ore all’anno bloccate nel traffico. Queste ore si sommano nel tempo e portano a emissioni dei veicoli decisamente preoccupanti.
La congestione nelle città porta all’inquinamento atmosferico e acustico, mettendo a rischio la salute pubblica e riducendo la qualità complessiva della vita. 


*Infrastrutture obsolete

Una delle sfide più complesse è l’invecchiamento delle infrastrutture di molte città in tutto il mondo. I sistemi di trasporto pubblico sono stati costruiti per ospitare popolazioni molto più piccole che non sono stati aggiornati.
L’invecchiamento delle infrastrutture non solo aumenta il rischio di incidenti stradali, ma sta diventando più costoso che mai mantenere le vecchie infrastrutture.
 

*Aumento delle consegne online

Il boom degli acquisti online ha ridotto i requisiti per la mobilità urbana individuale, ma ha anche aumentato il numero di consegne commerciali. Queste operazioni di trasporto merci urbano sono un contributo principale al trasporto urbano e di conseguenza alla congestione della mobilità. 

Una pianificazione studiata a tavolino potrebbe risolvere la questione, ma come possiamo strutturare la pianificazione della mobilità urbana?
Adottando strumenti digitali, i piani di mobilità urbana possono diventare più efficaci nell’offrire un trasporto sostenibile che affronti il ​​crescente problema della congestione.


Come?


*Esperienza utente
La capacità dell’infrastruttura pubblica di elaborare dati in tempo reale sulle esigenze di trasporto riduce i problemi logistici, ma può anche aiutare gli abitanti a risparmiare tempo e denaro, migliorando drasticamente l’esperienza utente complessiva delle opzioni di trasporto pubblico.

*Efficienza
Con tecnologie come l’infrastruttura abilitata all’intelligenza artificiale, gli individui e le aziende possono tracciare percorsi efficienti attraverso le aree urbane ed evitare la congestione: le telecamere intelligenti possono rilevare punti critici di congestione e inefficienze nei sistemi di trasporto in generale.

*Sicurezza
Il processo di integrazione della tecnologia può trasformare le aree urbane densamente popolate in città intelligenti migliorandone la sicurezza. La comunicazione dei dati in tempo reale supporta l’uso di strade intelligenti, auto intelligenti, semafori intelligenti e altro ancora. Questo sistema supporta le auto autonome, riducendo ulteriormente il rischio di incidenti mortali causati da errori umani.

Quali settori pubblici possono beneficiare della pianificazione della mobilità urbana?

*Servizi ambientali
Strade ottimizzate portano a una riduzione degli inquinanti atmosferici e acustici: aiutano a decarbonizzare i trasporti e quindi a ridurre le emissioni di carbonio.

*Supporto alle forze dell’ordine
Può aiutare gli urbanisti a migliorare la sicurezza stradale e ridurre i punti critici degli incidenti. Questo riduce le risorse richieste dalle forze dell’ordine per rispondere agli incidenti.

*Salute
Meno congestione nelle aree urbane significa meno inquinanti atmosferici e, di conseguenza, meno rischi per la salute pubblica,  i servizi di primo soccorso possono ridurre il loro tempo bloccato nel traffico.

*Infrastruttura
Una pianificazione efficace assicura che l’infrastruttura venga aggiornata per soddisfare la capacità futura prima che sia troppo tardi. L’utilizzo di strumenti di pianificazione può aiutare nella progettazione e nello sviluppo di nuovi progetti infrastrutturali modellando diversi risultati sul traffico.

*Commercio
Man mano che il flusso del traffico migliora con un’efficace pianificazione aumenta anche il flusso delle merci che attraversano una città: negozi e attività commerciali diventano più accessibili, rendendo la pianificazione della mobilità urbana un vantaggio economico.

*Trasporti
Con l’uso della modellazione professionale delle infrastrutture stradali, le agenzie di trasporto possono gestire le attuali esigenze di trasporto e pianificare le sfide future.

Esempi di soluzioni di pianificazione della mobilità urbana

Vienna ha integrato un servizio di intelligenza artificiale per analizzare i dati del traffico in tempo reale, calcolare e visualizzare situazioni di traffico corrente e futuro.

Barcellona utilizza un software per analizzare e pianificare diverse soluzioni in diversi momenti della giornata.

Cracovia utilizza sistemi di traffico adattivi riducendo i tempi nel traffico del 14%.

Secondo Mc Kinsey & Company, nota società di consulenza strategica statunitense, la nuova mobilità urbana si concentrerà certamente sul trasporto sostenibile incorporando anche aspetti strategici dello spazio digitale per rendere i trasporti più efficienti.La pianificazione della mobilità rimarrà comunque l’approccio strategico per ottimizzare i metodi di trasporto all’interno delle città, riducendo la congestione e l’inquinamento, fornendo al contempo alla popolazione urbana soluzioni di mobilità convenienti e accessibili includendo l’integrazione delle tecnologie digitali per migliorare le modalità di trasporto. Incorporerà anche la tecnologia a basse emissioni di carbonio per aiutare a compensare gli impatti ambientali degli attuali modelli di trasporto.

Il futuro della mobilità urbana: come ci muoveremo nel 2035?

Una delle iniziative più interessanti legate alla riprogettazione della mobilità urbana e delle città stesse è rappresentato dall’EIT Urban Mobility, un consorzio di 48 partner provenienti da 15 paesi che ha come obiettivo quello di guidare l’innovazione tecnologica per il futuro delle città attraverso un sistema di mobilità urbana più ecologico, più inclusivo, più sicuro e più intelligente.
Si tratta di un progetto avviato nel 2008 dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT): rappresenta la più grande iniziativa europea di trasformazione della mobilità urbana. Le risorse a disposizione sono davvero importanti: ben 1,6 miliardi di euro di fondi europei, in sette anni, per favorire la mobilità integrata e incrementare la competitività.

Anche l’Italia è parte del progetto: il Comune di Milano, l’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (AMAT) e Fondazione Politecnico di Milano sono infatti tra i partner di EIT Urban Mobility. La loro partecipazione è legata alla riprogettazione di una mobilità urbana collettiva e individuale dei grandi centri e delle piccole realtà locali attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, favorendo allo stesso tempo l’inclusione sociale.

Le innovazioni e le azioni strategiche che permetteranno di realizzare un sistema di mobilità urbana più sostenibile nel 2035 saranno orientate in due direzioni principali:
*la prima, caratterizzata dal passaggio dalle automobili di proprietà ai servizi di sharing;
*la seconda, dall’implementazione di un sistema di trasporto pubblico più intelligente e multimodale.

In tale quadro, lo studio del Politecnico di Milano, qui puoi scaricare il booklet, ha anche identificato l’insieme delle principali tecnologie abilitanti, delle politiche e delle strategie che accompagneranno tali sviluppi.

La velocità della transizione verso una mobilità più sostenibile dipende fortemente, per ogni contesto, da diverse combinazioni di scelte politiche e strategiche, supportate dallo sviluppo di tecnologie e azioni che meglio si adattano e si integrano nella realtà urbana esistente e consolidata. I prerequisiti per la mobilità sostenibile nel 2035 sono già visibili oggi dove le abitudini di viaggio stanno gradualmente cambiando:
*possedere un’auto non è più uno status symbol;
*il camminare o l’andare in bicicletta non sono considerati come una necessità per mancanza di altri mezzi ma anche per i loro benefici sulla salute;
*la scelta del trasporto è determinata anche dalla crescente consapevolezza del contributo all’impatto ambientale.

Sarà necessaria una maggiore attenzione per adottare mezzi di trasporto e politiche in grado di soddisfare, da un lato, la crescente domanda di mobilità di una società che invecchia e, dall’altro, le esigenze di viaggio dei cittadini.
Il futuro della mobilità è fortemente influenzato dall’evoluzione delle scelte legate al settore energetico e dal conseguente rinnovamento e aggiornamento infrastrutturale. La sua attuazione potrebbe essere più lunga dell’orizzonte temporale considerato. Pertanto, nel 2035 è ragionevole ipotizzare di essere in una fase di transizione intermedia, con la coesistenza di diverse alternative tecnologiche sul tipo di vettore energetico per i mezzi di trasporto e la guida autonoma.

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