La prima multa della storia risale al gennaio 1896.
In un piccolo villaggio del Kent inglese chiamato Paddock Wood, il signor Walter Arnold “sfrecciava a tutta velocità” a bordo della sua Benz importata dalla Germania un anno prima. Ovviamente si tratta di un parente di William Arnold, fondatore della omonima Casa automobilistica Arnold Motor Carriage, e il concetto di “automobile” è agli albori e molto lontano da quello che intendiamo oggi.

William Arnold supera di ben 10 km/h il limite di velocità consentito su quel tratto di strada. Un poliziotto se ne accorge e inizia l’inseguimento. Il fattore comico è che il limite di velocità era di soli 3 km/h e il poliziotto riuscì a intercettare e bloccare il pericoloso “pirata della strada” in bicicletta.

Così la prima multa della storia, documentata, risale al 1896 per eccesso di velocità di 13 km/h.

Non sappiamo se tutta questa storia sia stata una trovata pubblicitaria per sponsorizzare le auto di Arnold Motor Carriage– variante locale su design Benz – che sarebbero uscite pochi mesi dopo. 

In Inghilterra, oltre a dover rispettare il limite di 3 km/h di velocità, vigevano severe regole tra cui quella che vedeva le prime automobili dover essere precedute da un uomo a piedi che sventolava una bandiera rossa.

La regola dello “sbandieratore” fu eliminata sempre nel 1896 e il limite di velocità portato a 14 miglia orarie (circa 22 km/h).

Una novità accolta con gran favore dai pochi possessori di automobili dell’epoca che, per celebrare il nuovo codice della strada, intrapresero il 14 novembre 1896 un viaggio da Londra a Brighton. Ovviamente all’iniziativa partecipò Walter Arnold e questa tratta di 108 km fu soprannominata Emancipation Run. Una corsa promossa dal Royal Automobile Club che esiste ancora oggi a cui possono partecipare solo auto costruite prima del 1905 e che prende il nome di Veteran Car Run.


La multa in sintesi

Le multe sono sanzioni pecuniarie comminate agli automobilisti che violano le norme contenute nel Codice della Strada o adottano comportamenti pericolosi alla guida del veicolo. L’entità delle multe può variare notevolmente a seconda della gravità delle infrazioni, dalle eventuali conseguenze in termini di incidenti o danni, nonché dai precedenti dell’automobilista.

Pertanto, le multe hanno lo scopo di punire comportamenti errati e scorretti, di sensibilizzare gli autisti ad una guida più attenta e rispettosa delle normative, nonché di compensare i costi derivanti da incidenti o danneggiamenti provocati da condotte di guida pericolose. 

Nel nostro ordinamento, le multe sono comminate dalle Forze di Polizia come Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Locale, a seguito di accertamento delle violazioni mediante controllo visivo, utilizzo di sistemi di rilevamento come autovelox, etilometri o referti fotografici.

Alcune infrazioni, seppur di lieve entità, possono causare pene accessorie come decurtazione di punti dalla patente, sospensione del documento di guida o sequestro del veicolo. Inoltre, le multe e le sanzioni più gravi possono ripercuotersi negativamente sulla posizione assicurativa e sull’entità dei premi RCA dell’automobilista.


Le multe stradali: tipologie

Le multe stradali previste dal Codice della Strada si distinguono in diverse tipologie, a seconda della violazione commessa e della sua gravità.
Le sanzioni amministrative pecuniarie sono le multe vere e proprie, comminate come punizione per comportamenti errati alla guida che non abbiano provocato danni a cose o persone. Ovviamente, l’importo varia in base alla violazione. Ad esempio, guidare senza cintura di sicurezza, utilizzare il telefono cellulare alla guida, passare con il rosso o superare i limiti di velocità sono infrazioni punite con sanzioni pecuniarie. In caso di reiterazione della stessa violazione, l’importo della multa può essere incrementato, generalmente raddoppiato.

Vi sono poi le sanzioni accessorie come la decurtazione di punti dalla patente, da 1 a 10 punti a seconda del tipo di infrazione, con la decurtazione viene raddoppiata se il violatore è neopatentato, la sospensione del documento di guida da 15 giorni a 2 mesi e il sequestro del veicolo.

Queste ultime sanzioni si applicano in caso di particolare gravità della violazione, come guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, guida spericolata, fuga dopo incidente, danni a terzi. Comportano la non disponibilità del veicolo per un determinato periodo, pene detentive e forti restrizioni alla guida, limitazioni che permangono anche qualora il veicolo venisse restituito.

Esistono poi le sanzioni amministrative accessorie come il ritiro della patente, in caso di punteggio pari a zero, e l’arresto per determinate violazioni, come la guida senza patente ripetuta per due volte nell’arco di 2 anni (fino a 1 anno di reclusione). 


La notifica

Quando si viene fermati direttamente su strade dalle Forze dell’Ordine, che in questo caso possono essere Polizia Locale o Municipale, Carabinieri e Polizia Stradale, si riceve una contestazione diretta. Altrimenti, ad esempio in caso di autovelox o telecamera al semaforo, l’avviso dell’infrazione e della relativa sanzione si riceveranno tramite una notifica.

Il Codice della Strada prevede che la notifica debba pervenire entro 90 giorni a partire non dalla data della violazione, ma da quella dell’accertamento della violazione. Ad esempio, da quando l’organo accertatore verifica le immagini dell’autovelox. Se la notifica non rispetta tali tempistiche è possibile procedere al rincorso, con alcune eccezioni:

Modalità e tempi da rispettare per il pagamento

Una volta ricevuta una multa, è importante agire prontamente per evitare che si accumulino ulteriori sanzioni o interessi di mora. La prima cosa da fare è verificare la correttezza dei dati riportati sulla notifica, in particolare la data, l’ora e il luogo dell’infrazione, il tipo di violazione commessa e l’ammontare della sanzione. Se si ritiene che ci sia un errore o una inesattezza, è possibile presentare un ricorso entro il termine previsto, di solito 30 o 60 giorni dalla data di notifica, a seconda di come viene effettuata la contestazione.

Una volta verificata la correttezza dei dati, è possibile procedere al pagamento della sanzione. Esistono diverse modalità per effettuare il pagamento, a seconda delle preferenze dell’automobilista e delle disposizioni del Comune o della Provincia che ha emesso la multa.
In generale, è possibile pagare la sanzione attraverso i seguenti canali:


Se si paga entro 5 giorni dalla notifica della multa, allora si pagherà la sanzione in versione ridotta, con uno sconto del 30%. Infatti, con la multa vengono consegnati due bollettini, uno che indica l’importo intero, l’altro che indica l’importo ridotto, ovvero se si paga entro 5 giorni dalla ricezione. 

In caso di ritardo nel pagamento, possono essere applicati interessi di mora o sanzioni aggiuntive, che aumentano il costo della sanzione e possono portare anche alla sospensione della patente. In caso di difficoltà economiche, è possibile richiedere il pagamento dilazionato o rateizzato, presentando apposita richiesta all’ufficio competente.

Come funziona il sistema di rilevamento delle infrazioni

ll sistema di rilevamento delle infrazioni stradali si basa su controlli automatici eseguiti da telecamere e autovelox, nonché controlli visivi effettuati dalle Forze dell’Ordine. Questi controlli hanno lo scopo di garantire il rispetto dei limiti di velocità e delle altre norme previste dal Codice della Strada, contrastare gli incidenti e tutelare la sicurezza di automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni.

Gli autovelox sono apparecchiature utilizzate per rilevare la velocità media o istantanea dei veicoli in transito, senza arrestarli. Le telecamere, invece, riprendono i veicoli in infrazione e ne registrano la targa, consentendo l’accertamento dell’identità del trasgressore e l’eventuale comminazione della sanzione pecuniaria.

I controlli effettuati dagli organi di Polizia, invece, prevedono l’utilizzo di pistole radar o laser, nonché il semplice accertamento visivo della violazione da parte degli agenti. Gli agenti possono altresì fermare il veicolo in infrazione per notificare immediatamente il verbale, la cui compilazione prevede l’indicazione delle generalità del guidatore, la targa del veicolo, il luogo e l’ora dell’accertamento, la velocità riscontrata e il limite massimo consentito.

Sia i sistemi automatici che i controlli visivi consentono quindi l’accertamento di infrazioni delle norme del Codice della Strada, che portano alle sanzioni, le quali possono essere contestate o assolte dal destinatario della multa.

Le cause più comuni di multe agli automobilisti

Le infrazioni più frequenti che causano multe agli automobilisti sono diverse. Una delle ragioni più comuni è l’eccesso di velocità. Spesso non ci rendiamo conto ma tendiamo a spingere un po’ troppo il piede sull’acceleratore, superando i limiti imposti, specialmente in autostrada o su strade extraurbane. Le telecamere ai semafori o autovelox sparsi sul territorio sono uno dei modi in cui si viene colti in flagrante e di conseguenza sanzionati in questi casi.

Un’altra violazione molto diffusa è il parcheggio selvaggio, soprattutto nei grandi centri urbani dove il traffico è più intenso e i parcheggi scarsi. Lasciare la propria auto in doppia fila, in prossimità di un incrocio, sul marciapiede o in divieto di sosta sono tutte infrazioni che prevedono multe, a volte anche con rimozione del veicolo. 
Guidare senza cinture di sicurezza o con il cellulare in mano è un’altra abitudine scorretta molto comune alla guida che comporta multe e decurtazione di punti dalla patente. Lo stesso vale per il mancato rispetto della precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali.
Anche la mancata revisione o assicurazione dell’auto, l’assenza di documenti come patente, libretto o carta di circolazione durante il controllo delle forze dell’ordine, oppure alterazioni o manomissioni al contachilometri per ridurre i km reali dell’auto sono infrazioni punibili con multe di vario importo.

Ora cerchiamo di illustrare nel dettaglio alcune delle violazioni più comuni alle quali seguono le notifiche di multe e sanzioni e vediamo quali sono gli importi da pagare.

ZTL come funziona

Le ZTL, ovvero le Zone a Traffico Limitato, sono aree di molte città italiane in cui l’accesso e la circolazione veicolare sono regolamentati. Chi accede a queste zone in modo improprio, ad esempio se non autorizzato o negli orari sbagliati, rischia di ricevere multe anche molto salate.
Le ZTL hanno lo scopo di limitare il traffico nelle aree centrali e storiche delle città, consentendo la circolazione solo a certe categorie di veicoli (ad esempio i residenti, o auto a zero emissioni) o in determinate fasce orarie. L’accesso è controllato tramite telecamere, varchi elettronici o tornelli. Chi trasgredisce le regole di accesso riceve una multa che prevede il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria.
L’importo delle multe ZTL varia da città a città ma si aggira generalmente tra 80 e 350 euro. È possibile in alcune circostanze fare ricorso contro le multe ZTL, ad esempio nel caso di un accesso involontario dovuto ad un malfunzionamento della segnaletica. 


Passaggio al semaforo rosso

Passare con il semaforo rosso è una delle infrazioni stradali più gravi oltre che più pericolose. Chi oltrepassa la linea di stop con il semaforo rosso rischia di prendere una multa salata e di provocare incidenti anche molto seri.
La multa per il passaggio con semaforo rosso viene generalmente comminata tramite telecamere installate sopra o in prossimità degli incroci semaforici (o dalle autorità preposte, se fisicamente presenti), le quali rilevano le targhe dei veicoli che passano oltre la linea di stop con luce rossa. La sanzione viene registrata e notificata successivamente al proprietario del veicolo.
L’importo della multa per passaggio con semaforo rosso è piuttosto elevato e prevede:

Aria condizionata in sosta

Secondo l’articolo 157 del Codice della Strada è vietato lasciare il motore acceso soltanto per far funzionare il climatizzatore. La norma, infatti, recita come segue: “È fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso”. 
Questa norma esiste dal 2007 e le multe sono state inasprite nel corso degli anni, e oggi si paga da un minimo di 223 euro fino a un massimo di 444 euro. L’aumento era stato richiesto da tempo per combattere l’inquinamento e gli sprechi energetici. 
La multa si applica solo alla sosta del veicolo con aria condizionata accesa, non alla fermata o all’arresto breve. La sosta implica l’allontanamento del conducente, mentre negli altri casi può rimanere accesa. Anche la fermata veloce per salire o scendere passeggeri esime dalla sanzione.
Le auto elettriche possono mantenere accesa l’aria condizionata in sosta senza problemi, visto che non emettono emissioni. Bisogna comunque evitare sprechi, dato che riduce l’autonomia e l’efficienza, e che l’elettricità non è a emissioni zero. 

Multa in divieto di sosta

Il Codice della Strada disciplina con chiarezza il divieto di sosta e fermata delle auto, stabilendo anche i casi e le modalità in cui valgono. La sosta indica l’interruzione della marcia per un medio-lungo periodo, con allontanamento del conducente. La fermata è più breve e il guidatore rimane a bordo. 
Gli importi delle multe sono:

Multe per eccesso di velocità

Le multe per eccesso di velocità in auto sono severe e, oltre alle sanzioni pecuniarie, possono comportare la decurtazione di punti patente. 

Multa per occupazione parcheggio per disabili

Parcheggiare nei posti riservati a persone con disabilità senza titolo è severamente punito dal Codice della Strada e dalla legge penale.
L’articolo 188 del CdS prevede multe da 168 a 672 euro e la decurtazione di 6 punti dalla patente di guida per chi sosta irregolarmente negli spazi riservati ai disabili.
Sottrarre uno spazio di parcheggio a chi ne ha diritto costituisce una condotta penalmente rilevante e lesiva della libertà morale dell’avente titolo, come indicato nell’articolo 610 del codice penale. Infatti, la sentenza 17794/2017 della Corte di Cassazione ha stabilito che parcheggiare in tale spazio integra anche gli estremi del reato di violenza privata, punito con la reclusione fino a 4 anni.

Multa per parcheggio on pagato

Una nota del Ministero dei Trasporti 2015 ha stabilito che le multe per ticket scaduto sono legittime solo se previste dal regolamento comunale. In assenza, non si può multare chi ha parcheggiato oltre il ticket: al massimo si può chiedere l’integrazione del pagamento.
Solitamente la multa è di 41 euro, ovvero lo stesso importo se non si è pagato il ticket, ma i regolamenti comunali possono prevedere misure diverse.
Alcuni Comuni hanno un termine di tolleranza, entro il quale non vi sono sanzioni. In questo caso si parla di “ravvedimento operoso”, ovvero si può regolarizzare pagando l’importo dovuto per il parcheggio effettivo, evitando la multa. Questo termine è solitamente di 24 ore, scadute le quali arriva la multa.

Circolazione con revisione scaduta

La revisione auto va eseguita 4 anni dopo la prima immatricolazione e poi ogni 2. La prima revisione va fatta entro il mese di rilascio della carta di circolazione. Le altre vanno eseguite entro il mese dell’ultima revisione.
Circolare oltre i termini di revisione, ovvero a revisione scaduta, comporta una multa di 173-694 euro, raddoppiabile in caso di molteplici revisioni omesse.
In questi casi la circolazione è consentita solo per andare a fare la revisione. Circolando durante il divieto con l’auto sospesa dalla circolazione (quindi già controllata) si rischia di pagare fino a 1.998 euro, mentre in caso della medesima violazione reiterata, l’importo della sanzione può arrivare fino a 7.993 euro. 
Infine, in caso di revisione falsificata si dovrà pagare una multa da 430 a 1.731 euro, con il ritiro della carta di circolazione.  Non esistono periodi di tolleranza dopo la scadenza della revisione.

Cosa succede in caso di multa non pagata

Non pagare le multe comporta interessi di mora, cartelle esattoriali, interessi e sanzioni, fermo amministrativo dell’auto, confisca del veicolo, nonché il reato di omissione versamento imposte e il ritiro della patente per gravi/ripetute violazioni CdS.
Dopo 60 giorni dalla notifica delle multe, se nessun pagamento viene effettuato o nessun ricorso viene inoltrato, l’ente invia le cartelle di pagamento, affidando la riscossione all’ente apposito. All’importo della multa, ovviamente, saranno aggiunti anche gli interessi legali. 

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