Il primo strumento di controllo del traffico, noto come semaforo, fu installato in uno degli incroci più centrali di Londra, vicino alla sede del Parlamento. Era il 10 dicembre 1868.
Si trattava di un segnalatore di origine ferroviaria. Azionato manualmente da un poliziotto, da un palo si estendevano orizzontalmente due aste, fino a formare due braccia tese lateralmente rispetto all’osservatore. Quando erano in questa posizione i veicoli, ovvero carrozze a cavalli, dovevano fermarsi: è la stessa posizione adottata ancora oggi dagli attuali vigili quando devono regolare di persona il traffico. In alto vi era posizionata una lanterna a gas che emetteva alternativamente due luci: rossa, ci si doveva fermare; verde, si poteva procedere con cautela.
Lo stesso sistema, per comunicazioni militari a distanza, fu adottato nel 1792 dall’esercito francese durante la guerra contro l’Austria, un antesignano del telegrafo. Napoleone lo sfruttò intensamente per coordinare le proprie armate dislocate lungo tutta l’Europa.
I perfezionamenti dei decenni successivi portarono ad un suo impetuoso sviluppo. La catena di montaggio di Henry Ford nel 1913 diede “il colpo di grazia”, nel senso che in quel momento l’automobile cominciò ad essere un mezzo di trasporto di massa. E grazie all’energia elettrica trasformata in un’industria da Thomas Edison e Nikolas Tesla, anche il semaforo elettrico fu realtà.
Cleveland, Ohio USA, per la precisione, l’incrocio tra East 105th Street e Euclid Avenue. 1914, 5 agosto, ore 17, minuto più minuto meno. Il semaforo moderno fu inaugurato in quel momento con una grande cerimonia. Ad ogni angolo dell’incrocio era installata una colonnina composta da due luci, una rossa e una verde, che alternativamente illuminavano le scritte “stop” e “go”.

Quanti tipi di semaforo esistono?
Se li vogliamo chiamare con il loro nome tecnico, i semafori sono lanterne semaforiche e fanno parte della segnaletica stradale luminosa istituita dal Codice della Strada.

Semafori normali 
Sono i consueti semafori che incontriamo nelle arterie stradali cittadine. Hanno tre sfere di luci colorate: luce verde, luce gialla e luce rossa.

Semafori di corsia
Sono i semafori che si incontrano di tanto in tanto con le freccette illuminate su sfondo nero al posto delle sfere circolari. I colori che illuminano le frecce sono sempre verde, giallo e rosso. Il loro significato, in base al colore, indica la possibilità o meno per il veicolo di proseguire in quella determinata direzione e basta, senza tagliare la strada.

Semafori per veicoli di trasporto pubblico 
Questo tipo di semaforo lo si incontra spesso nelle grandi città, dove c’è un massiccio sistema di trasporto pubblico che chiede di essere regolato. I semafori dedicati al trasporto pubblico li incontriamo nelle corsie preferenziali e in quelle dove circolano i filobus e tram. La loro segnaletica prevede barre e triangoli: barra bianca orizzontale, barra bianca verticale, barra bianca inclinata e triangolo giallo. 

Semafori per gli attraversamenti pedonali
Le loro lanterne hanno la classica forma dell’omino stilizzato e in base alla luce rossa, verde o gialla possono attraversare o meno.

Semafori per velocipedi 
La forma della lanterna che si illumina apposta per i ciclisti in questi semafori è quella di una bicicletta su sfondo nero. I colori sono sempre quelli ormai conosciuti da tutti: rosso, giallo e verde. Queste segnaletiche valgono però solo per le bici provenienti dalle poste ciclabili, attenzione quindi anche alla segnaletica orizzontale e verticale.

Semafori per corsie reversibili 
Questi semafori solitamente non si incontrano nelle piccole strade di città, ma sono caratteristici delle autostrade, delle superstrade, delle tangenziali o comunque delle strade a doppio senso di circolazione. La forma delle loro lanterne è la seguente: una X rossa, una freccia verde, una freccia gialla.

Come funziona un semaforo? 
Ogni semaforo ha le sue regole. In linea di massima è costituito da lanterne colorate che dettano il ritmo di attraversamento in base all’intermittenza delle luci, intermittenza dettata da un timer e secondo un procedimento di sincronizzazione. 
Il Codice della Strada dice chiaramente quali dimensioni un semaforo debba avere: le luci hanno di norma un diametro di 200 millimetri. In alcuni casi il diametro può anche essere di 300 millimetri. L’illuminazione deve essere chiara e riconoscibile a una distanza minima di 75 metri (oppure 125 metri per le luci di diametro 300 millimetri). E deve esserci la caratteristica visiera che consente di contraddistinguere il colore della luce in ogni situazione (per intenderci il tipico cappellino posto sopra ogni semaforo che incontriamo).

Come funziona un semaforo normale?
È il più semplice e il più immediato, lo incontriamo tutti i giorni sulle nostre strade.
C’è uno studio meticoloso dietro ogni incrocio. I tecnici valutano la quantità media di veicoli che transitano ogni giorno in quel punto, la quantità di pedoni che attraversano sulle strisce pedonali, la presenza o meno di mezzi pubblici a via preferenziale e tanti altri aspetti. La questione può sembrare banale ma i fattori in gioco sono svariati.

Sarà necessario, in tale circostanza, stabilire un primo verde di circa venti secondi per la svolta a sinistra dalla strada principale. Poi c’è il verde per chi va dritto o a destra sempre dalla principale, sempre di venti secondi. E infine si azionano gli altri due semafori verdi: scattando dalle strade secondarie, il primo verde è per chi va a sinistra e il secondo per chi va dritto o a destra. Tutto ciò con il passaggio da verde, rosso e giallo.
Gli specialisti devono fare una somma esatta di secondi. Nell’esempio riportato c’è un calcolo di 70 secondi, giusto poco più di un minuto, la durata media di un incrocio tradizionale. Tutto cambia in base alla tipologia di incrocio. Ci sono incroci in cui il verde dura di più, proprio per garantire un maggiore smaltimento del traffico. Si può arrivare ad una operazione 110 secondi, nelle situazioni più intricate, quasi due minuti. E in quel caso dovrete pazientare.

Il centro semaforico
I semafori di oggi sono automatici ma devono essere tenuti sotto osservazione, in modo digitale, attraverso dei sistemi tecnologi. Accanto ai semafori vi sono delle cassette grigie, delle centraline.
Per tenere sotto osservazione il sistema esiste il controllo a “ciclo fisso” o a “tempi fissi”, ovvero il semaforo segue degli intervalli sempre uguali, decisi in base alle caratteristiche dell’incrocio o della strada. Tutto dipende anche dalle fasi della giornata.

Il semaforo giallo
Quanto tempo abbiamo per attraversare se il semaforo diventa giallo ma siamo in prossimità dello stop?  Il Ministero dei trasporti e la Cassazione hanno stabilito che il giusto tempo di durata del giallo a seconda della velocità consentita sul quel particolare tipo di strada varia dai 3 ai 5 secondi.

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