Se siete amanti dei viaggi On The Road o siete autisti come noi, vi piace ammirare paesaggi mentre viaggiate, bene, oggi vi raccontiamo di strade, non strade qualsiasi, strade che si sviluppano tra panorami mozzafiato e particolarità del tutto inedite.
Sono molte le strade che si contendono il primato di percorso automobilistico più bello del mondo. Oggi però non ti porteremo in Norvegia, Cina, Stati Uniti, Messico, rimarremo qui, nel nostro bellissimo Paese.
Tra le tante, ne abbiamo scelte tre per voi: una montana, una lacustre e una marittima. Il principio che le accomuna è sempre lo stesso: offrire una grande esperienza di viaggio!
Le strade
Si pensa sempre alle strade come a dei “collegamenti”, a dei tratti costruiti per permettere di spostarsi da un luogo all’altro. A pensarci bene, tuttavia, esse stesse sono dei luoghi, degli spot in cui ci si può soffermare e ammirare, talvolta, scenari e scorci unici al mondo. Non a caso nel mondo esistono strade che sono diventate famosissime per la loro bellezza, per la loro stravaganza, per l’unicità o anche per la loro storia. Alcune hanno colori da favola, altre sono il frutto di uno strano intreccio con la natura, altre ancora ci riportano a un passato lontano o, al contrario, ci proiettano nel futuro.
Buon viaggio!
Il passo dello Stelvio
Si tratta di un valico alpino al confine con la Svizzera e, con un’altitudine di 2.757 metri, è il secondo passo più alto delle Alpi dopo il Col de l’Iseran (Francia).
Unisce le località di Prato allo Stelvio (Bolzano) e quella di Bormio (Sondrio), ovvero la Val Venosta alla Valtellina. Più precisamente si trova nelle Alpi Retiche, all’interno delle Alpi dell’Ortles e segna anche la divisione tra le Alpi Retiche occidentali da quelle meridionali.
Su entrambi i lati che salgono, si tratta di una strada a due carreggiate, che è quindi possibile percorrere in entrambi i sensi di marcia durante i periodi di apertura.
Per prendere velocemente quota la strada dello Stelvio è caratterizzata da ben 88 tornanti, di cui 48 sul territorio altoatesino e 40 su quello lombardo. Da quest’ultimo lato è possibile prendere anche il Giogo di Santa Maria, ad un’altitudine di 2500 metri, che conduce in territorio svizzero senza passare per alcuna dogana.
Sono tre quindi le strade che conducono al Passo dello Stelvio:
- la via altoatesina, che parte dal Prato allo Stelvio da un’altitudine di 915 metri sul livello del mare e che in circa 26 chilometri arriva al passo. La strada ha una pendenza che varia dal 5% degli inizi fino al 12% nell’ultimo chilometro prima dell’arrivo, con una media che si attesta intorno all’8/9%;
- la via valtellinese, che parte da Bormio a un’altitudine di 1225 metri sul livello del mare e che in circa 21,5 chilometri registra una pendenza media del 7% con un picco del 12%;
- la via svizzera, che parte invece da Santa Maria Val Monastero, a un’altitudine di 1375 metri sul livello del mare e si sviluppa per buona parte in Svizzera. Si collega all’italia al passo dell’Umbrail a 2503 metri di altitudine, dove si innesta poi al versante valtellinese a circa 3 chilometri dall’arrivo. La lunghezza totale di questa strada è di circa 13 chilometri ed è più stretta di quelle italiane. Questa registra picchi di pendenza del 12%.
Le origini del Passo dello Stelvio vanno ricercate nell’Ottocento, con lo scopo dell’imperatore Francesco II d’Asburgo di collegare la città di Milano alla Val Venosta attraverso la Valtellina. Già allora si trattatava di una grandissima impresa e, per la sua realizzazione ci si affidò allo stesso progettista del passo della Spluga.
I lavori di costruzione partirono in pompa magna e, dal 1822, in appena tre anni si conclusero. L’inaugurazione vide come protagonista l’imperatore austriaco in persona. La strada divenne subito un’importante via di comunicazione da dover rendere quanto più possibile sicura. E così gli austriaci eressero diversi fortini sul lato altotesino, come il forte Gomagoi, il Kleinboden e il Weisser Knott e, più o meno in corrispondenza del passo, il forte Goldsee di cui ancora oggi si possono vedere i resti.
A quei tempi il Passo dello Stelvio era percorribile lungo l’intero anno, anche sfruttando un servizio di diligenze che continuò ad essere utilizzato fino al 1915. Certo, le percorrenze invernali non erano delle più semplici, anche a causa delle grosse precipitazioni nevose che imponevano la presenza di squadre di spalatori che sgomberavano la strada dalla neve.
Successivamente alla Prima guerra Mondiale entrambi i lati del passo furono annessi al territorio italiano, mentre durante la guerra il passo stesso fu teatro di importanti battaglie tra austriaci e italiani. A quel punto il passaggio divenne meno strategico e si optò per la sua chiusura durante i mesi invernali.
Solo dal 1928, invece, la strada divenne carrozzabile e a doppio senso di marcia, grazie ad un ampliamento delle carreggiate a alla loro asfaltatura.
La Gardesana
Ci sono strade che sono un concentrato di storia e la Gardesana occidentale, soprattutto nel tratto che costeggia il lago da Salò a Riva del Garda è senz’altro una di queste.
Da quando è stata costruita nel 1931 ha sostituito il lago di Garda come via di collegamento tra la pianura Padana e le Alpi, passando per Trento, mettendo in relazione due mondi, quello italiano e quello tedesco-austriaco.
Per secoli il lago di Garda è stato un piccolo mare interno conteso da varie potenze che si sono affrontate con flotte di navi. E questo confine storico si è mescolato e si è sovrapposto continuamente con il confine naturale, tra il clima mediterraneo e uno alpino. Era destino che una strada del genere, assieme alla sua dirimpettaia Gardesana orientale, fosse testimone e allo stesso tempo protagonista di grandi eventi storici.
Queste direttrici, una verso la Lombardia e l’altra verso il Veneto, videro la luce solo dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, perché prima era impossibile pensare a collegamenti tra Stati che della nostra zona ne facevano una questione strategica di possesso.
Le due direttrici furono pensate e progettate per collegare le regioni circostanti con il Trentino, tanto che le gallerie della Gardesana occidentale sono state numerate da 1 a 70 partendo da Gargnano e non da Riva del Garda.
La strada fu realizzata tra il 1929 e il settembre del 1931 e fu inaugurata il 18 ottobre 1931 alla presenza di Gabriele d’Annunzio, che la battezzò con il nome di Meandro.
Il tratto lacustre della Gardesana occidentale accompagna i fatti più salienti del XX secolo: lo scoppio della Prima Guerra mondiale che mostrò la necessità della realizzazione di questo tracciato, il ventennio fascista che si vide promotore della progettazione e della costruzione, l’istituzione della Repubblica Sociale di Salò, l’uscita “dall’isolamento” secolare di Limone, l’utilizzo delle sue gallerie durante la seconda guerra come luogo per delocalizzare alcune fabbriche strategiche, come ad esempio la FIAT, la guerra partigiana.
La strada visse poi l’epoca del boom economico e vide transitare sul suo asfalto un intenso traffico, con camion addirittura con 22 ruote e accompagna infine il turista dei nostri giorni che giunge al Garda macinando chilometri anche a bordo di biciclette.
L’atmosfera che si respira è quella mediterranea per il sole che si diffonde nel vasto bacino del lago che, soprattutto con un po’ di foschia a celare la riva opposta, sembra mare; ma anche per la vegetazione e per la brezza che soffia sempre. Affascinanti quindi il paesaggio e i borghi e bella da guidare la strada che con curve sinuose supera le colline moreniche e con rapidi rettilinei scorre lungo la riva.
La Costiera Amalfitana
La Costiera Amalfitana e la sua storia iniziano nell’antica città di Amalfi, da cui prende il nome. Fondata dai Romani nel IV secolo a.C., Amalfi divenne un importante centro commerciale nel periodo medievale. Grazie alla sua posizione strategica lungo le rotte commerciali del Mediterraneo, la città prosperò e si sviluppò come potente Repubblica Marinara. Amalfi divenne una delle prime città-stato d’Europa, con una flotta di navi che dominava i mari e commerciava con i paesi del Mediterraneo orientale e del Nord Africa.
La SS163 Amalfitana è la strada statale che collega le località della Costiera amalfitana. Realizzata in circa vent’anni di lavoro nell’Ottocento, è oggi uno degli itinerari italiani più noti al mondo. Dal 2009 fa parte delle 50 strade più belle al mondo e nel 2014 il National Geographic la inserì tra i 500 viaggi on the road da fare almeno una volta nella vita. Compare inoltre in qualsiasi classifica redatta da testate nazionali per quanto riguarda le più belle strade italiane.
Inizia fuori dai confini geografici della Costiera, esattamente a Meta, in penisola sorrentina. Dopo un passaggio tra i comuni di Piano di Sorrento, nella zona collinare, e Vico Equense, nei pressi della spiaggia di Tordigliano, entra ufficialmente in Costiera attraversando Positano, proseguendo poi per Praiano, Furore, Conca dei Marini, Amalfi, Atrani, Ravello, Minori, Maiori, Cetara e Vietri sul Mare, dove termina innestandosi con la SS18. Non sono toccati dalla strada costiera i comuni montani di Scala e Tramonti, oltre alla parte alta di Ravello.
La SS163 Amalfitana, oltre a essere riconosciuta con la Costiera come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è particolarmente nota tra i viaggiatori internazionali.
Sono gli stessi turisti stranieri a consigliare di scegliere il “verso giusto” quando la si percorre. Fondamentale è infatti partire da Meta in direzione Vietri, per godere sempre della vista del mare alla propria destra. Partendo invece da Vietri, si avrebbe invece costantemente l’aspra parete rocciosa sulla destra.
Un consiglio strategico è farsi “scortare” dagli autobus pubblici, che collegano le varie località. Guidare dietro un bus permette infatti di seguire esattamente i movimenti degli esperti autisti locali, i maggiori conoscitori della strada, capendo in anticipo quanto stretta sarà ogni curva e calibrando la velocità in base alla loro.
I turisti della Costiera non ricorderanno solo i favolosi panorami, il profumo dei limoni e le spiagge nascoste. L’esperienza di guida sulla SS163 resterà un’esperienza indelebile e ancora di più lo sarà una corsa in bus. C’è chi sostiene che l’Italia non avrebbe piloti di Formula 1 particolarmente talentuosi, proprio perché i migliori autisti sarebbero tutti impegnati a guidare gli autobus in Costiera Amalfitana. Il contemporaneo passaggio di bus nelle direzioni opposte è spesso poi un’occasione per ammirare tutta la maestria degli autisti locali, abili a districarsi in spazi strettissimi.
Il nostro consiglio è sempre quello di includere in ogni itinerario oppure scegliere per una provvidenziale deviazione. Perché, quel che conta davvero non è la meta ma il viaggio.